Lo scorso 8 dicembre dopo aver addobbato l’albero gli ho scritto la letterina – ebbene sì, lo faccio ancora! – e l’ho lasciata tra i rami. La mattina successiva non c’era più, e i regali che mi porta di solito sono esattamente quelli che ho richiesto. Se non credete che queste siano prove inconfutabili della sua esistenza!
Babbo Natale lascerà i doni sul tavolino di vetro accanto all’albero, e cospargerà tutti i pacchi e pacchettini di decine di cioccolatini di gusti, forme e colori più disparati. Da anni in famiglia pensiamo che abbia un buco nel suo sacco porta doni, perché ogni volta troviamo una scia di cioccolatini che arriva fino alla porta che usa per entrare in casa e che affaccia sul terrazzo dove, presumibilmente, parcheggia slitta e renne.
Il momento dell’arrivo di Babbo Natale è un momento che mia sorella ed io aspettiamo con ansia e che festeggiamo esattamente come quando eravamo bambine, con lo stesso entusiasmo, la stessa fervente aspettativa, la stessa gioia sfrenata nello scartare i regali. La notte tra la Vigilia e il Natale poi, rimango a dormire in quella che era la mia cameretta e ogni volta mi sembra di tornare bambina. Di rinascere.
D’altronde il significato del Natale è proprio questo: il termine deriva dal latino natalis, che significa “relativo alla nascita” e anche tutte le consuetudini pagane legate a esso si connettono a un’idea di rinascita della vita che trova origine in tempi antichissimi.
Pensate ad esempio all’albero di Natale, tradizione che viene dal Nord e che simboleggia l’unione tra il cielo e la terra: addobbarlo di luci era un rito connesso con la rinascita del Sole e l’inizio di un nuovo ciclo vitale.
Poi, la scelta del 25 dicembre come data per questa Festa: da questo momento in poi le giornate cominciano ad allungarsi, il sole “rinasce” ed è evidente il parallelo tra la nascita del Sole e la nascita di Gesù, che rappresenta un nuovo ciclo dell’umanità per i Cristiani.
E ancora: il vischio che addobba le nostre case era anticamente usato dai Druidi celti, che le attribuivano potentissimi poteri di rinascita intesa come guarigione dalle malattie anche più gravi.
Il mio Natale ha sempre avuto il significato di Rinascita, e ogni anno, soprattutto dopo la difficile sfida che ho dovuto vivere con la malattia, festeggio con dedizione questo momento.
L’esperienza che ho vissuto qualche anno fa mi ha fatto nascere di nuovo, sia fisicamente che emotivamente, e grazie a essa ho avuto la possibilità di riappropriarmi di quella parte vera di me stessa che nel corso degli anni avevo smarrito.
Grazie a questa esperienza ho imparato che possiamo rinascere in molti modi: spiritualmente, fisicamente, emotivamente. Possiamo recuperare funzionalità fisiche che la malattia compromette, magari lentamente e con fatica, ma appieno. Possiamo ritrovare emozioni dimenticate, schiacciate dalle priorità quotidiane. Possiamo riappropriarci di legami familiari. Possiamo ritrovare il coraggio di perseguire un sogno e di trasportarlo oltre gli ostacoli che la vita ci mette davanti.
Possiamo recuperare quello che per noi è veramente importante perché le festività ci obbligano a fermarci e a fare i conti con quello che abbiamo costruito, e se quello che vediamo non ci piace, se la direzione che abbiamo intrapreso non è compatibile con i nostri Valori e con ciò che veramente conta per noi, beh allora il Natale è un buon momento per cambiare rotta. Per Rinascere.
E allora oggi il mio augurio per tutti voi, a prescindere dal vostro tipo di Fede, è che questo periodo costituisca un momento di riflessione sulla vostra vita, uno spunto di nuova Consapevolezza, di Cambiamento, di Rinascita. Perché nascere di nuovo, e come persone migliori, è sempre possibile.
Tantissimi Auguri di Buon Natale
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