Ho conosciuto Roberto.
Ha quarant’anni, è bello, è un medico chirurgo laureato con lode e ha due specializzazioni. Ha un ambulatorio a Riccione, ma lo fa gestire a un collega dandogli l’intero stipendio perché lui otto mesi l’anno è impegnato con Medici Senza Frontiere. Roberto lavora in sala operatoria anche per quattordici ore di seguito, non percepisce alcun compenso e invece di dormire nella sua bella casa vicino al mare in questo momento dorme in un cantina, su una brandina, da qualche parte in Siria.
Poi ho conosciuto Bruno.
Ha settantacinque anni e corre una maratona ogni domenica, cascasse il mondo. Quarantadue chilometri e centonovantacinque metri, con la pioggia o il sole, col caldo torrido o la neve. E se ogni tanto deve rinunciare alla maratona per qualche acciacco e deve accontentarsi di correre solo i “miseri” ventuno chilometri della mezza maratona, si arrabbia da morire. “Altro che medicine, è lo sport che mi fa stare così bene. Correndo, io ringiovanisco. E lo dovremmo fare tutti noi” mi ha detto.
Infine ho conosciuto Diana.
Ha tre figlie che quando ha scoperto di avere un tumore al seno in stadio avanzato avevano due, quattro e cinque anni, e lei ha fatto tutte le cure più pesanti senza che le figlie se ne accorgessero. Avevano già perso il padre in un incidente d’auto due anni prima, non voleva dare loro anche questa preoccupazione. Ora Diana vive felice a Bologna con le sue bambine, ha spiegato che si è tagliata i capelli corti perché questa è la moda della prossima primavera, e la più grande l’ha voluta imitare.
Luca, Bruno e Diana sono degli esempi straordinari dai quali lasciarsi ispirare. So che possono sembrare modelli fin troppo elevati, a un primo sguardo quasi troppo distanti da raggiungere, ma esistono, vivono tra noi, sono persone vere. Non sono famosi e nessuno ne parla, e chissà quanti altri esempi simili abbiamo proprio sotto il nostro naso.
Di fronte a esempi del genere dobbiamo fare una scelta.
Possiamo rifugiarci dietro la scusa della condizione personale, giustificando le loro azioni con un comodo “beh, loro sono nati così, sono dei geni, sono straordinari, io non sono stato così fortunato e non ce la farò mai” e continuare a fare ciò che stiamo facendo anche se non ci porta ai risultati che vorremmo. E nonostante non siamo di alcun esempio per gli altri.
È una scelta, e se fatta consapevolmente è valida quanto tutte le scelte. Ma, per favore, in questo caso smettiamo almeno di lamentarci delle nostre sfighe.
Oppure – ma ti avviso, questa è la soluzione più scomoda! – possiamo scegliere di prendere queste persone a modello, e chiederci:
- Cosa posso imparare da loro?
- Cosa posso fare io, ora, per migliorare la mia vita prendendo come fonte di ispirazione questi meravigliosi modelli?
- Come posso essere da esempio per gli altri con le mie azioni?
Io ho scelto la seconda strada. E ogni giorno, anche se costa fatica, scelgo di farmi ispirare da modelli di eccellenza, analizzo i comportamenti vincenti degli altri per capire come posso applicarli alla mia vita e mi impegno a essere io, per prima, un esempio per gli altri.
E da quando ho scelto consapevolmente questa strada, la mia vita è diventata meravigliosa.
E tu, ora, cosa scegli di fare?